Scandali e dintorni

Condizionamenti sociali e coerenza di giudizio; è giusto separare l’arte dall’artista?

Negli ultimi mesi abbiamo assistito all’ennesimo scandalo nel mondo della moda, questa volta si tratta di Balenciaga che negli ultimi anni è stata una delle case di moda ad aver fatturato fino 44% in più rispetto agli anni precedenti.

Ma cos’è successo ad uno dei brand così amati degli ultimi tempi?

Il 16 novembre nella campagna Gift Shop sono stati pubblicati scatti di bambini con in mano orsacchiotti con finiture fetish e oggetti con rimandi bondage del tutto inopportuni considerando i soggetti fotografati; dopo innumerevoli critiche sono state presentate scuse e la campagna è stata ritirata da tutte le piattaforme.

Successivamente sono sorte ulteriori polemiche nella campagna in collaborazione con Adidas; una borsa posata su una scrivania piena di documenti, ne rivela uno particolarmente scioccante.

Il documento ingrandito riporta il testo reale di una sentenza della Corte suprema statunitense del 2008 che tolse alla pedopornografia le tutele della libertà d’espressione.

In un ulteriore scatto della campagna Garde-Rope 2023 si può notare nello sfondo un libro sulle opere del pittore belga Michael Borremans, che in alcuni dei suoi lavori raffigura immaginari alquanto inquietanti come bambini ricoperti di sangue e figure sinistre.

Lo stesso direttore creativo Demna Gvasalia si è scusato pubblicamente dicendo: “È stata una scelta artistica sbagliata” condannando assolutamente l’abuso di minori.

Il brand spagnolo di proprietà del gruppo Kering, dopo le scuse il 25 novembre ha annunciato una causa di 25 milioni di dollari contro la società di produzione North Six e lo scenografo, responsabili del progetto del set per la campagna.

Questi accadimenti hanno scatenato una tempesta di polemiche sui social con centinaia di video dove vengono distrutti e gettati via capi di abbigliamento, borse e scarpe di Balenciaga.

Al di là dei contenuti di quest’ultimo scandalo una domanda che si può prendere in considerazione è: “risulta giusto o sbagliato continuare ad indossare ed acquistare da uno specifico brand pur essendo a conoscenza di tali coinvolgimenti?”.

I punti di vista riguardante la questione sono diversi, per molti l’atto di indossare o comprare un certo capo viene tradotto come il supporto o l’accettazione verso il creatore stesso e di conseguenza delle sue azioni positive o negative che siano.

Per altri una creazione è un’entità a sé che va apprezzata per quello che è indipendentemente dal creatore: Se dovessimo eliminare tutte le creazioni e le opere d’arte in base alle colpe dell’artista rischieremmo di perdere gran parte dei capolavori del mondo.

Ma le persone sono realmente convinte nel condannare un marchio implicato in questioni controverse oppure sentono la pressione sociale nel doverlo fare? 

La coerenza viene spesso sorvolata, sono in molti gli individui pronti a biasimare una casa produttrice e addirittura chi compra, utilizza, o solamente indossa un loro prodotto; ma sono spesso gli stessi che ignorano molti altri aspetti morali nella realizzazione e nella filiera produttiva di tante altre merci da loro utilizzate.