A sette mesi dalle dimissioni di Jeremy Scott, Moschino nomina il suo nuovo direttore creativo, il designer classe 1977 Davide Renne, già Head Designer for Womenswear per Gucci.
A partire dal primo novembre 2023 Davide Renne diventerà ufficialmente il nuovo direttore creativo di Moschino. Nato nel 1983 il marchio si distingue sin da subito per la sua abilità nel creare una fusione tra pop e alta moda. I codici della cultura di massa, già rielaborati dal fondatore, sono stati ampiamente esplorati in questi ultimi dieci anni da Jeremy Scott, che ha dato le sue dimissioni proprio lo scorso marzo. A riempire il vuoto lasciato dall’ultimo direttore creativo una collection curata da 4 stylist in occasione dei 40 anni dalla nascita del marchio. Terminato questo “amarcord” all’heritage di Franco Moschino, la casa è finalmente pronta ad accogliere il suo nuovo direttore creativo. Ma chi è Davide Renne? Classe 1977, nato a Follonica, il designer vanta nel suo ventaglio di esperienze una formazione di quattro anni da Alessandro Dell’acqua e una carriera ventennale da Gucci. Parlando della sua formazione, Renne aveva prima pensato ad architettura per poi rimanere stregato dal Polimoda, un po’ come lo stesso Moschino che voleva fare il pittore. I paragoni con il fondatore non finiscono qui. Massimo Ferretti, presidente esecutivo di Aeffe, citando Moschino, parla di come per lui le cattive maniere fossero l’unico vero cattivo gusto. Non a caso Ferretti sceglie questa frase proprio perché di Renne non ammira solo le capacità ma anche la sua forte umanità. Quanto alla collezione è forse ancora troppo presto per avere un’idea chiara di quello che sarà la nuova visione del brand. Riguardo l’argomento il designer ha detto “Non mi piace la moda che impone risposte. Sono più propenso a trovare la domanda giusta. Le risposte arrivano nel dialogo tra il designer e il pubblico. La moda è qualcosa di intrinsecamente su misura” o ancora “La moda riguarda essenzialmente la vita, il mondo che ci circonda. In questo, per me, risiede la sua poesia”. Affermazioni che poco lasciano intendere sull’effettivo prodotto ma che sicuramente lasciano grande curiosità per questo prossimo prossimo febbraio.