Moschino cambia rotta

Lo scorso 16 ottobre, Massimo Ferretti, Presidente Esecutivo di Aeffe SpA, ha dato il benvenuto al nuovo direttore creativo della maison Moschino dopo dieci anni di Jeremy Scott. Alla guida del brand ci sarà un italiano: Davide Renne.

La nomina del designer toscano ha generato una grande aspettativa negli appassionati del settore, soprattutto per il passato di Renne, che tra Alessandro dell’Acqua e Gucci si è distinto per creazioni sofisticate, libere, romantiche, ragionate…frutto di una persona che di talento, evidentemente, ne ha da vendere.

Dal comunicato ufficiale traspare tutta la fiducia e la profonda stima che Ferretti e l’azienda hanno per Renne, definendolo un designer sensibile, un essere umano speciale, un’esteta dalla visione sofisticata che sarà profondamente influenzata dall’Heritage di Moschino.

La maison fondata nel 1983 e guidata inizialmente da Franco Moschino (e Rossella Jardini) è stata sempre caratterizzata da una moda sovversiva, fuori dagli schemi e, soprattutto, critica rispetto alla moda stessa e alla società.

Questi valori sono stati poi rielaborati -in chiave moderna e spesso kitsch- dall’americano Jeremy Scott per ben dieci anni.

Il testimone è ora passato in mano a Davide Renne e, guardando le sue creazioni passate, ad esempio gli abiti frutto di un lavoro durato più di vent’anni da Gucci, ci si aspetta tanto e tutto in una chiave nuova, diversa, più “colta”.

Ferretti afferma che è stato colpito da quanto Renne sia affascinato dall’Heritage di Moschino. Non possiamo quindi non immaginare un significativo cambio di rotta nell’estetica del brand.

Davide Renne nasce a Follonica nel 1977, intraprende inizialmente studi scientifici (da grande voleva diventare architetto) e, contemporaneamente, si rende conto che la moda è la sua passione; passa infatti gli anni del liceo a disegnare abiti femminili e decide poi di iscriversi al Polimoda di Firenze. Questo luogo gli ha regalato “un senso di assoluta libertà” e gli ha dato la certezza che la moda era la sua vocazione.

Dopo la laurea comincia a lavorare per Alessandro dell’Acqua e poi, dal 2004, entra in Gucci, prima a fianco di Frida Giannini e, dopo, di Alessandro Michele. Rimarrà nella maison per più di vent’anni, ricoprendo il ruolo di head designer for womenswear. Renne definì poi Michele quasi un maestro, una persona che gli ha insegnato a “sognare più in grande e ad andare oltre”.

“Franco ci ha insegnato che la moda non può essere spiegata, può essere solo vissuta, perché riguarda essenzialmente, intimamente, la vita, il mondo attorno a noi. Questa è, per me, la poesia della moda” con queste parole, Davide Renne si esprime su Franco Moschino e dichiara le sue intenzioni, trasmettendoci una concezione sensibile e nuova sulla moda.

Leggendo le parole di Renne, conoscendo il suo passato e, soprattutto, le sue visioni, nessuno si aspetta un lavoro simile a quello di Scott. Tutto riporta, infatti, alle origini, alla visione della moda di Franco Moschino.

Franco Moschino è stato un genio, ha fondato il suo brand nel 1983. Era un commentatore, un critico sociale e poi uno stilista, ha ridicolizzato gli eccessi degli anni ’80 con applicazioni, loghi e slogan che portavano alla riflessione. La moda di Franco Moschino può essere definita surrealista.

Il suo umorismo prendeva spesso la forma di azioni trasgressive, come ridicolizzare l’iconico tailleur di Chanel, che viene rivisto in chiave Moschino e ricamato con la scritta “This is a Waist of Money” al posto della tradizionale cintura con catena d’oro. 

Critica nei confronti della società, quasi politica, la moda di Moschino è sempre stata all’avanguardia; basti pensare che nel 1994 è stata lanciata una collezione che utilizzava solo tinture e tessuti ecologici.

“Il buon gusto non esiste. È il nostro gusto. Dobbiamo esserne orgogliosi”, sosteneva Franco Moschino.

Moschino è sempre stato un marchio famoso anche per l’ironia e l’allegria, tipiche del suo fondatore: “Franco Moschino aveva soprannominato il suo studio ‘la sala giochi’. È così: ciò che la moda – soprattutto quella italiana, e la Maison Moschino in primis – può realizzare con la sua influenza dovrebbe essere sempre fatto con un senso di gioco, di gioia”, ha detto Davide Renne.

Il designer aggiunge: “Franco smette di apparire un outsider solo quando si considera il suo lavoro non al di fuori ma al di là dei confini della moda, come artista contemporaneo. È stato il creatore di un concetto di lusso incredibilmente moderno, tutt’ora attuale. Il suo lavoro è ancora qui, anche se lui non c’è più. Franco ci ha insegnato che la moda non può essere spiegata, può essere solo vissuta, perché riguarda essenzialmente, intimamente, la vita, il mondo attorno a noi. Questa è, per me, la poesia della moda”.

La prima collezione di Davide Renne per Moschino sfilerà nel febbraio 2024 durante la Milano Fashion Week autunno inverno 2024/2025.

Le aspettative sono molto alte, Moschino ha bisogno di “ritornare alle origini”, con un’ironia colta e sensibile, attenta ai cambiamenti della società e alle minoranze. Confidiamo tutti nel lavoro di Renne e lo attendiamo con grande curiosità, ciò che ci aspettiamo sono sicuramente continue citazioni all’Heritage della maison.

Franco Moschino aveva soprannominato il suo studio “la sala giochi”: ora le chiavi di questo posto sono nelle mani di Davide Renne e non gli resta che giocare.