Arriva oggi la conferma ufficiale della casa di moda: Davide Renne è il nuovo direttore creativo di Moschino.
La notizia è stata confermata da Massimo Ferretti, presidente esecutivo dell’ Aeffe S.p.a. di cui il marchio fa parte.
Sono ormai passati sette mesi dall’addio di Jeremy Scott e Davide Renne sembrerebbe il volto adatto a riportare nelle nuove collezioni eleganza e poesia tipicamente italiane.
Quarantaseienne, di origini toscane, porta con se’ l’amore per la moda fin dall’adolescenza. Inizia infatti a disegnare abiti femminili ai tempi del liceo per poi continuare i suoi studi al Polimoda di Firenze. Sebbene il suo nome sia in parte sconosciuto al grande pubblico, nessuna critica può essere scagliata nei confronti della sua carriera lavorativa.
Il suo primo maestro è stato Alessandro dell’Acqua, susseguito poi da una lunga carriera da Gucci che l’ha portato a diventare il braccio destro di Alessandro Michele. In quasi venti anni negli uffici del brand non solo ha ricoperto la carica di Head Designer for Womenswear ma ha appreso molto dal suo ultimo mentore che, come afferma Renne stesso “Mi ha insegnato a sognare in grande, mi ha incitato e aiutato a realizzare i miei sogni”.
Ed è forse proprio questo continuo sognare che gli ha permesso di raggiungere la cima della griffa ironica ed estrosa per eccellenza.
In Moschino supervisionerà le collezioni donna, uomo e accessori della linea a partire dal 1° novembre 2023 per poi debuttare con la la collezione Autunno/Inverno 2024, della Milan Fashion Week di febbraio 2024.
Per il nuovo direttore creativo è importante tornare al DNA e all’heritage del marchio; l’allegria e l’eccentricità sono le parole chiave della maison. Non a caso Franco Moschino aveva soprannominato il suo studio “la sala giochi”, sottolineando la visione che aveva della moda stessa: far divertire e al contempo indirizzare alla scoperta di se stessi.
La filosofia di Renne sembrerebbe la medesima: “Ciò che la moda può realizzare con la sua influenza dovrebbe essere sempre fatto con un senso di gioco, di gioia. Un senso di scoperta e sperimentazione. Franco ci ha insegnato che la moda non può essere spiegata, può essere solo vissuta, perché riguarda essenzialmente, intimamente, la vita, il mondo attorno a noi. Questa è, per me, la poesia della moda»
Tutto sembra dunque riportare alle origini. Un lavoro senza dubbio diverso da quello del suo precedessore il cui motto era «La vita è troppo breve per vestirsi noiosi». Possiamo così immaginare un ridimensionamento del massimalismo di Jeremy Scott, fatto di riferimenti al mondo del consumismo, tra fast food e cartoni animati, colori sgargianti e richiami dal sarcasmo pungente.
Quella di Davide Renne sembrerebbe una visione più poetica, possibile solo dalla vera comprensione dei valori del fondatore. Riportarci in un mondo accogliente, che susciti ammirazione e desiderio ma senza mai alzare il muro dell “inarrivabile”. La moda non dovrebbe forse farci sentire unici, valorizzati, anziché imporci risposte, trend, come piccole parti di un gigantesco meccanismo, senza anima né individualità?
Ciò che è certo è che la nomina dello stilista toscano segue la strategia adottata dalle grandi griffe per la scelta dei loro nuovi direttori creativi. Non più celebrity e personaggi noti, bensì nomi presi dall’interno del settore, arricchiti dall’ esperienza che solo il “fare” ci porta.