Cento anni di radio, settanta di tv

Nata il 6 ottobre. Buon compleanno “nonna radio”. Cento anni appena compiuti. Un secolo di suoni, racconti e voci che hanno accompagnato intere generazioni. Era il 1924 quando il suono della radio, per la prima volta, riverberò tra le strade e le case italiane, diventando un vero e proprio strumento di massa dando origine al fenomeno che oggi chiameremmo broadcasting domestico destinato a diventare il cuore pulsante della comunicazione collettiva.

La storia della radio si snoda su un lungo e affascinante cammino, testimone e protagonista di trasformazioni storiche e tecnologiche, mantenendo sempre viva la magia della comunicazione diretta. La radio apriva le porte dell’informazione a tutti, senza distinzione di ceto o istruzione. Una finestra sul mondo per adulti e bambini anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo il conflitto, con la nascita della Repubblica, la radio si liberò dalle catene ideologiche, ritrovando la sua vera vocazione di narrazione partecipata e collettiva.

Il servizio pubblico in questi cento anni ha accompagnato l’evoluzione del nostro Paese giocando un ruolo chiave nella creazione dell’identità nazionale e nell’evoluzione culturale influenzandone i costumi dove passato e futuro si incontrano. La radio prima, la televisione poi, nata settant’anni fa specchio della storia e del costume italiani, mentre il Paese stava faticosamente cercando di ricostruire la sua identità, sono entrate nelle case di tutti gli italiani portando con sé intrattenimento,cultura, informazione, sport e divulgazione scientifica, modellando e riflettendo i principali cambiamenti sociali. 

Sono trascorsi 70 anni dalla prima trasmissione televisiva e sembrano pochi in confronto ai cambiamenti epocali tecnologici, sociali, storici accaduti nel frattempo. Quando è nata, la televisione era un apparecchio ingombrante, un lusso concesso a pochi. In quel giorno fatidico gli abbonati privati erano solo novanta, una cifra destinata a moltiplicarsi, in un’Italia povera, che sentiva ancora su di sé il peso del Dopoguerra, ma vitale e piena di speranza come sarebbe stata di lì a poco, con il boom economico degli anni Sessanta.

La televisione dei primordi aveva un fine soprattutto di informazione ed educativo. Ripercorrere questi settant’anni  farà scoprire ai più giovani un’era lontana, ma ben viva nei ricordi degli adulti, specialmente dei nonni. Nel 1954 c’era solo il primo canale, al quale, nel 1961, si aggiunse il secondo e il terzo nel 1979. Ma Rai1, rimase quello ufficiale, come ancora oggi, che trasmette le dirette degli eventi istituzionali e religiosi più importanti, come il discorso annuale del presedente della Repubblica, la benedizione Urbi et Orbi del Papa… Indelebile l’allunaggio dell’Apollo 11, il 20 luglio 1969. Tito Stagno commentava con il fiato sospeso l’orma grigia sul suolo polveroso: Neil Armstrong posava il piede per la prima volta sulla luna.
Anche momenti drammatici, destinati a rimanere fissati nella memoria: guerre, attentati, disastri naturali, con i volti e le voci dei protagonisti.