Una storia raccontata attraverso le immagini: questo era il potere di Carosello. Il 3 febbraio 1957 entra a far parte delle vite di milioni di persone una vera e propria evoluzione sociale. Si, perché Carosello è stata l’anima e la ragione della società italiana, lo spettacolo della famiglia che condivideva un sogno collettivo.

Negli anni ’60, molte aziende della televisione cercavano un’alternativa ai classici spot pubblicitari. Lo scopo era quello di vendere e contemporaneamente intrattenere. Come? Unendo la pubblicità all’educazione. Così, Vittorio Veltroni, all’epoca direttore della Programmazione della RAI, insieme al direttore delle Produzione Televisive, Giuseppe Fava, diedero vita ad una nuova forma di pubblicità.
Con Carosello, le persone iniziarono ad acculturarsi e ad esplorare sempre più. Basti pensare che si scopre l’esistenza dei frigoriferi, delle lavatrici e altri utensili che noi, oggi, usiamo quotidianamente. Con questo programma è cambiato il modo di osservare il mondo. Inizialmente era visto maggiormente dai bambini che amavano la modalità, divertente e bizzarra, con la quale venivano mostrati i prodotti o raccontate le storie. Pian piano colpì anche il cuore degli adulti, i quali attendevano la fine della giornata lavorativa per dedicarsi alla vista, seppur breve, del teatro della pubblicità. Infatti, si creò una stretta vicinanza alla Tv e l’unica occasione che le persone avevano per riunirsi in famiglia. Si potrebbe paragonare il Carosello degli anni Sessanta al Sanremo degli anni 2000. Nonostante non avesse tempi lunghi, Carosello riuscì nel suo scopo iniziale. Con poche parole ma quelle giuste, riuscì a promuovere le vendite e a far comprendere che ci fosse un mondo ancora inesplorato.
In quegli anni, la maggior parte delle famiglie italiane viveva di agricoltura e con Carosello si riuscì ad oltrepassare la concezione che bisognava vivere solo di quello. C’era altro e andava conosciuto. Inizialmente, gli americani e gli inglesi non apprezzarono questo approccio ironico che i caroselli italiani diedero alla pubblicità. Poi, invece, compresero che questo tipo di narrazione potesse funzionare perché era basato sulla forza delle immagini.
Carosello è stato anche lo strumento che moltissimi personaggi della TV hanno utilizzato per far decollare la propria carriera. Per citarne alcuni: Mike Bongiorno, Mina, Dario Fo e la famosissima “coppia di comici della porta accanto”. Così erano chiamati Sandra e Raimondo. Con il loro talento, riuscirono a trasformare il gioco in un punto di forza, divenendo un pilastro fondamentale nella quale tutti si immedesimavano. Indispensabile è citare Calimero, il pulcino nero con il guscio rotto sulla testa e simbolo della cultura popolare italiana degli anni Sessanta. Questo personaggio, creato dalla ditta Pavesi per promuovere i suoi biscotti, riusciva, attraverso una pubblicità intelligente, a suscitare riflessioni in chi lo guardava.



Alla fine degli anni Settanta, la Rai decise di dare spazio ad altri programmi per fornire un’innovazione. Per tale ragione, nel 1977 Carosello chiuse e con lui anche il sistema televisivo italiano. La rilevanza che questo programma ha avuto per la Nazione è qualcosa di impareggiabile. Carosello ha permesso di superare tutti quei tabù culturali e lo ha fatto nella modalità più semplice che ci sia: costruire, attraverso simboli e immagini, una connessione emotiva con il pubblico.
Quello che è oggi il sistema pubblicitario televisivo e quelli che siamo diventati socialmente è in parte, se non totalmente, merito di Carosello.