Fashion Battle
La prima volta che ho visto la sfilata Primavera 1995 di Todd Oldham è stata quando, Olivia Rodrigo pubblicò un post per annunciare il suo nuovo disco indossando un completo che, ha contribuito a rendere famoso un episodio che ora fa parte della cultura pop delle passerelle degli anni 90. Facciamo un salto nel tempo.
1995. Siamo alla sfilata Primavera di Todd Oldham e vengono presentate in passerella stampe con pois, tessuti animalier e colori accesi.
A rendere tutti questi elementi più accattivanti sono le top model, tra le più famose su quella passerella possiamo ricordare Kate Moss, Naomi Campbell e Carla Bruni.
Ma, nonostante la fama che le precede non sono loro ad aver attirato l’attenzione del pubblico.
Altre due super modelle erano al centro della scena: Amber Valletta e Shalom Harlow.
Entrambe indossavano minigonne decorate con cristalli e camicette di raso. La prima in giallo e la seconda in bianco.
La Harlow con una camminata decisa procede sulla passerella superando la sua collega e occupandole la scena.
Poi, tornando indietro la Harlow le bisbiglia “keep up with me” e le due si girano all’unisono provocando l’entusiasmo della platea. Chissà se il suo fosse un modo per farsi perdonare per l’invasione di passerella.
La sfilata si conclude con le due top model che rifanno la passerella ballando e tenendosi per mano.
Era forse un modo per distogliere l’attenzione del pubblico da quell’episodio?
La verità è che a tutti sarebbe piaciuta una battaglia in passerella degna di una serie tv drama-comedy sulla moda; ma le due modelle non hanno vissuto con alcuna malizia quell’episodio.
Anzi, Shalom Harlow, ha spiegato che al tempo stava solo seguendo il ritmo della musica e il suo fu un errore.
Ad oggi le modelle sono carissime amiche, e alcuni loro contenuti social lo dimostrano, come il post pubblicato alla sfilata Primavera di Saint Laurent del 2024, dove sono in compagnia.
Quella scena è ormai un cult nella storia del fashion, ma ahimè, povera di dramma.



Ieri, come oggi, ci sentiamo più coinvolti quando una storia ci dà modo di parlare o di dare un’opinione, perché è come se ci riguardasse in prima persona e ci facesse sentire più vicini ad una realtà, che per lo più, è lontana da noi.
Ma, anche questo funge da motore per la viralità di un evento, dato che, in termini mediatici, finché non provoca danno a nessuno, l’importante è che se ne parli.