Nel 2023, Josephine Philips ha tenuto un TED Talk che ha suscitato un grande interesse, intitolato “The Simple Solution to Fast Fashion”. In questo intervento, Philips ha affrontato una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo: l’industria del fast fashion, che ha portato a un enorme spreco di risorse e a danni irreparabili all’ambiente. La sua proposta? Una soluzione semplice ma potente, che si concentra su due principi fondamentali: durabilità e responsabilità.
Il fast fashion è un settore che si è sviluppato in modo esponenziale negli ultimi decenni, grazie alla domanda crescente di abbigliamento economico e alla necessità di produrre rapidamente per soddisfare le tendenze in continua evoluzione. Questo modello di produzione ha creato un sistema in cui i vestiti vengono prodotti a basso costo e venduti a velocità incredibile, spingendo i consumatori a comprare frequentemente e, allo stesso tempo, a scartare i vestiti che non sono più alla moda. Philips ha sottolineato gli effetti devastanti di questo sistema non solo sull’ambiente, ma anche sulle persone.
Un esempio tangibile di questo impatto sono le discariche di abbigliamento in paesi come il Ghana e il Cile, dove milioni di tonnellate di vestiti usati vengono abbandonati ogni anno. Questi siti sono diventati delle vere e proprie montagne di rifiuti, visibili persino dallo spazio, che testimoniano l’enorme spreco di risorse e il danno ecologico causato dalla moda rapida. I vestiti che finiscono in queste discariche non sono biodegradabili, rimanendo nel suolo per decenni e contaminando il terreno e le acque. Philips ha anche sottolineato che l’industria della moda è una delle maggiori responsabili delle emissioni globali di CO2, nonché di un ingente consumo di acqua e di sostanze chimiche tossiche nei processi di produzione.
La soluzione che Josephine Philips propone per affrontare il fast fashion è relativamente semplice, ma richiede un cambiamento radicale nel nostro modo di pensare alla moda. Secondo lei, la risposta sta nel concentrarsi sulla durabilità dei capi. Invece di produrre abiti che sono progettati per durare solo poche stagioni, l’industria della moda dovrebbe concentrarsi su capi di alta qualità, realizzati per durare nel tempo. Un singolo capo resistente e ben fatto è molto più economico e sostenibile rispetto a dieci vestiti a basso costo che vengono indossati solo per poche settimane e poi gettati. Questo approccio, secondo Philips, non solo ridurrebbe il volume dei rifiuti, ma favorirebbe anche un ritorno a una moda più responsabile e consapevole, che non sia guidata dal consumismo sfrenato, ma da un’attenzione alla qualità e alla longevità.
Accanto a questa introduzione sulla durabilità, Philips ha messo in evidenza per tutto il tempo del suo ted talk l’importanza della responsabilità da parte dei consumatori. In un mondo dove la moda è spesso vista come un bene usa e getta, i consumatori hanno un ruolo cruciale nel guidare il cambiamento. Philips ha esortato il pubblico a fare scelte consapevoli, a preferire marchi che adottano pratiche sostenibili e che sono trasparenti riguardo alla loro filiera produttiva. Questo significa scegliere abiti realizzati con materiali riciclati, evitare il “compra e getta” e investire in capi durevoli che possano essere riparati o riciclati. La responsabilità, secondo Philips, non è solo nelle mani dei produttori, ma anche dei consumatori, che con le loro scelte possono orientare il mercato verso un futuro più etico e sostenibile.
Inoltre, Philips ha proposto l’adozione di un modello circolare per l’industria della moda, un approccio che potrebbe davvero rivoluzionare il settore. In un sistema circolare, i capi di abbigliamento non sono creati per essere usati una sola volta e poi gettati, ma per essere riparati, riutilizzati o riciclati. Ad esempio, le aziende potrebbero offrire servizi di riparazione, creare collezioni che possano essere facilmente riciclate a fine vita o promuovere il noleggio di abiti anziché la vendita. Questo approccio non solo ridurrebbe drasticamente la quantità di rifiuti, ma permetterebbe anche ai vestiti di avere una vita più lunga e di non finire nelle discariche, come quelle visibili in Ghana e Cile.
Infine, Philips ha sottolineato che il cambiamento non può avvenire senza una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti: produttori, consumatori e governi. I governi hanno il compito di promuovere politiche che incentivino la moda sostenibile e riducano la produzione di rifiuti, mentre le aziende devono fare il passo verso una maggiore responsabilità, adottando pratiche più ecologiche e trasparenti. Solo un impegno collettivo, ha detto Philips, può davvero ridurre l’impatto ambientale della moda e creare un sistema che funzioni per tutti.
Il discorso di Josephine Philips è stato un invito urgente a riflettere sul nostro ruolo come consumatori e sulla responsabilità che abbiamo nel plasmare un futuro più sostenibile. La sua proposta di una moda più duratura, responsabile e circolare non è solo una visione ideale, ma una necessità per proteggere il nostro pianeta. Con scelte più consapevoli e un impegno concreto, possiamo contribuire a ridurre drasticamente il danno causato dal fast fashion e promuovere una moda che rispetti davvero l’ambiente e le persone.