Il colosso Spagnolo ha annunciato una nuova collaborazione con la ex top model di fama mondiale simbolo degli anni Novanta e Duemila, ispirata a pezzi selezionati dai suoi archivi che fanno rivivere alcuni dei suoi look iconici, che sarà disponibile a partire dal 30 Novembre.
Per la realizzazione la modella è stata seguita dalla stylist Katy England, sua amica e collaboratrice, nonché storico braccio destro di Alexander McQueen, mentre la campagna è stata scattata attraverso lo sguardo di Mert Alas e Marcus Piggott, duo di fotografi di fama internazionale che lavorano con Kate Moss da venticinque anni.
In ogni capo è tangibile lo stile inconfondibile di Moss, un gusto elegante ma disinvolto, che mette insieme le sue grandi passioni: quella per lo stile anni Settanta alla Lauren Hutton e Charlotte Rampling, le atmosfere dello Studio 54 e quella per il rock’n’roll, elemento che ispira da sempre i suoi look.
La top model ha affermato di voler creare “pezzi che fossero chic senza sforzo, ma con un tocco di originalità”, descrivendo la collezione come un mix di “tagli classici, con la giusta dose di glamour, per accompagnarti durante la stagione delle feste”.
Abiti lunghi con taglio a sbieco d’ispirazione vintage, pantaloni a zampa, capispalla in velluto, giacche jacquard e top stampati, dal floreale all’immancabile animalier, si uniscono a pezzi dalle linee sartoriali classiche ma contemporanee, come nel blazer doppiopetto in tessuto satin.
Immancabile il mini abito in maglia ispirato ad uno dei suoi look più famosi, quello sfoggiato durante il Festival di Glastonbury nel giugno del 2005, indossato con maxi stivali in gomma Hunter, divenuto uno dei suoi outfit più famosi.
“Adoro quando vedo qualcosa di una collezione che ho disegnato”, ha detto Kate Moss in una dichiarazione a Bazaar. “È sempre emozionante. Vedo ancora donne che indossano pezzi di collezioni che ho fatto in passato. Ecco cosa mi ha fatto pensare che dovremmo farlo di nuovo”. Questa nuova collezione segna, infatti, il ritorno della modella nel mondo del design dopo una serie di collaborazioni di successo con Topshop tra il 2007 e il 2014.
L’obiettivo di ri-posizionamento del gigante Spagnolo è ben chiaro, infatti, l’annuncio della collaborazione non sorprende, considerando la serie di collaborazioni recenti di Zara: a fine settembre è stato lanciato il secondo capitolo della collaborazione con Harry Lambert, due settimane fa è stata presentata una collezione con Stefano Pilati, a inizio ottobre, invece, è stata annunciata una partnership con Samuel Ross, prevista per il 2025. L’intensificarsi di queste collaborazioni suggerisce che il colosso spagnolo del fast fashion ha trovato una formula efficace: un fitto calendario di collaborazioni e edizioni limitate per attrarre clienti nei negozi e generare un senso di urgenza nell’acquisto, mentre si riposiziona nel mercato e attira l’attenzione nei circoli della moda. Con l’espansione verso prodotti per la casa e il beauty, come i prodotti per capelli co-firmati da Guido Palau, ci si può chiedere se le collaborazioni di Zara siano destinate a diventare la norma.
Recentemente, Pambianco ha riportato che, secondo Statista, il fatturato del settore fast fashion potrebbe raggiungere i 136 miliardi di dollari quest’anno, con previsioni di crescita fino a 187 miliardi entro il 2027. Questa espansione avvicina il fast fashion all’industria del lusso, che per lo stesso anno avrà un giro d’affari di 145 miliardi di dollari.
Pare sempre più evidente l’intenzione di questi colossi mondiali di inserirsi nel cosiddetto segmento del lusso aspirazionale
Questa strategia sta funzionando. Non solo Zara si sta lanciando in collaborazioni specifiche, come quella con l’artista indiano Jayesh Sachdev per il Diwali, ma anche H&M sta pianificando un grande evento per celebrare le sue passate collaborazioni con designer, in occasione del ventennale dalla prima partnership con Karl Lagerfeld.
Sebbene queste collaborazioni stiano contribuendo a rendere la moda più accessibile, è importante considerare che la loro espansione potrebbe essere una risposta alla crisi del sistema del lusso.
Accettare collaborazioni con il fast fashion può essere vantaggioso, a patto di superare l’elitismo tipico della moda e di non trascurare l’impatto ambientale della grande distribuzione. In un contesto in cui il mercato del lusso è bloccato in una spirale di prezzi elevati, sempre più lontano dal middle market, le collaborazioni stanno rendendo più accettabili gli acquisti di capi “firmati” da Zara, Uniqlo o H&M. Forse, un giorno, le collaborazioni di Zara diventeranno davvero tutto ciò che riusciremo a permetterci.