Centre Pompidou: l’ultima opera pirotecnica

La struttura che ospita una delle più grandi collezioni d’arte moderna chiude per restauro fino al 2030, con uno spettacolo di addio

Il 24 e il 25 ottobre, persone provenienti da tutto il mondo e visitatori francesi si sono recati al Museo d’Arte Moderna del Centre Pompidou di Parigi per dare un ultimo sguardo alla prestigiosa collezione d’arte, prima della sua chiusura che durerà fino al 2030, per un’importante ristrutturazione straordinaria. La facciata del Beaubourg ha chiuso le sue porte per l’ultima volta con Le Dernier Carnaval, la performance pirotecnica dell’artista Cai Guo-Qiang, che ha trasformato l’edificio progettato dall’architetto italiano Renzo Piano in una vera e propria opera d’arte fatta di fuoco e luce.

Dopo la chiusura, per cinque anni, il grande centro culturale di Parigi, con la sua struttura di tubi colorati e scale a vista, entrerà in un periodo di rinascita, per permettere la realizzazione di un ambizioso progetto di restauro. Verrà infatti investita un’ingente somma di 262 milioni di euro. Il progetto di ristrutturazione è stato affidato agli architetti Nicolas Moreau e Hiroko Kusunoki, in collaborazione con l’architetta messicana Frida Escobedo.

L’intervento intende ripensare la struttura del Centre Pompidou rispondendo alle sfide culturali, sociali e ambientali del prossimo futuro, senza però snaturare la visione originale che ha dato vita al centro e l’ha reso uno dei musei più iconici del mondo.

Il complesso, inaugurato nel 1977 e divenuto simbolo della modernità architettonica europea, non aveva mai affrontato un intervento di tale portata. Le ragioni del restauro sono molteplici, come la rimozione dell’amianto e l’aggiornamento dei sistemi di sicurezza. Ma il vero obiettivo del Centre Pompidou è restituire alla città uno spazio più sostenibile, più accessibile e più aperto ai nuovi linguaggi dell’arte e della tecnologia, senza tradire lo spirito utopico e democratico che lo ha sempre animato.

Questo periodo di pausa non sarà però un tempo perduto, il centro ha già annunciato una serie di progetti itineranti e collaborazioni con musei francesi e internazionali per mantenere viva la sua attività anche al di fuori dell’edificio. Il nuovo Pompidou sarà un luogo di vita, più che un semplice museo, dove la cultura diventa esperienza condivisa e partecipativa.