Il 22 ottobre 2025, i familiari della stilista più rilevante degli ultimi decenni del Novecento annunciarono sulla piattaforma Instagram la morte della donna: “È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa della nostra amata Melanie dopo una breve lotta con il cancro. Una visionaria, luminosa, piena di luce e di amore“.
Melanie Ward era una visionaria, stylist e talent scout britannica. Sin dalla sua nascita, non ha mai amato seguire le regole della vita accademica. Anche se la sua determinazione l’ha spinta a laurearsi in Scienze Politiche e Lingue alla University of London, nulla la bloccò nel seguire il suo istinto e ciò per cui valeva davvero la pena vivere: la moda. Il suo stile libero venne, infatti, subito reso evidente alla Central Saint Martins.
Le rivoluzioni che caratterizzarono la stilista furono tante: dall’approccio al vintage e upcycling, ad una vera e propria trasformazione estetica di quello che è tutt’ora il linguaggio della moda. Dalla resa innovativa di capi storici, alla collaborazione con i fotografi per le campagne più iconiche (David Sims, Corinne Day). Venne definita la regina dell’anti – moda, unica in grado di esprimere un senso di libertà creativa e identità personale ad ogni suo progetto. D’altronde, il suo motto era: “L’abbigliamento deve rispecchiare la personalità di chi lo indossa, non limitarsi a evocare nostalgie“.
La Ward fece dell’ultimo decennio del secolo precedente tutto il suo successo. Venne riconosciuta all’interno del trio Ward – Day – Moss, come pioniera dello stile grunge e colei che fece debuttare nel mondo della moda la talentuosa ed iconica Kate Moss, a soli 15 anni.

La collaborazione con Helmut Lang fu un altro evento fondamentale di quell’annata. La talent si identificò proprio nell’alter-ego dello stilista, per la loro sincronia stilistica, fatta di minimalismo e sperimentazione materica. Altre sue collaborazioni importanti furono quelle con Karl Lagerfeld, Calvin Klein e Jil Sander.
Negli anni Novanta divenne anche senior fashion editor della rivista americana Harper’s Bazaar. Era definita dai suoi colleghi la “Bad girl della testata“: aveva sempre una visione sperimentale ed irriverente, non perdeva mai la consapevolezza di sè.
Il suo ultimo lavoro venne firmato con la campagna menswear 2025-2026, debutto del direttore creativo Jonathan Anderson nella maison Dior. Anche in quest’ultimo servizio, nonostante la sua malattia, non si fermò. Riuscì a non perdere la sua vena talentuosa ed artistica, differente da tutti gli stylist del momento. Ora, ognuno di loro è concentrato sulla novità, sulle tendenze. Tuttavia, esse sono passeggere, lasciano solamente vuoti interiori e guardaroba pieni. Quello che davvero conta è ciò che resta, lo stile. Coloro che lavorano nel campo della donna, secondo la celebre Ward, hanno bisogno di allargare i propri orizzonti, violare le regole, se ce n’è bisogno, rischiare. Solo così si arriverà al successo: essere diversi, unici nel proprio genere, pronti a regalare continuamente tasselli funzionali alla storia del fashion. Proprio così fece Melanie Ward.