“Una parziale vittoria”, così è stato definito il risultato ottenuto dalla difesa della stilista e imprenditrice Elisabetta Franchi, in seguito all’Udienza Preliminare , per accusa di Stalking, avvenuta il 22 Ottobre 2025. “Parziale”, in quanto nella concretezza dei fatti, in quelli che semioticamente parlando potremmo identificare con il contenuto, l’Udienza non si è veramente conclusa. Nessun vincitore, nessuno sconfitto, solo un rinvio al 7 Novembre, per un verdetto che ancora si fa attendere e che di certo non può essere archiviato. “Vittoria”, in quanto invece in quello che potremmo identificare sotto la parola “forma”, sembrerebbe come se un verdetto ci sia stato, o almeno i festeggiamenti annessi a una possibile vittoria, pubblicati apertamente sui social dalla stessa imprenditrice. Come se tutto fosse già felicemente finito. Almeno per lei. “Oggi la giustizia ha parlato, e io brindo a me”. Una dichiarazione forte, decisa, sicura. Esattamente il modo in cui la donna si è mostrata al mondo. Audace, spacciata, in festa, con un dito medio ben evidente e una bottiglia di Champagne. Scelta che secondo lei non dovrebbe neanche essere analizzata, in quanto il suo non è altro che un “gesto” che parla da solo.

Ma come siamo arrivati ad analizzare in maniera così seria e interessata un semplice dito e una bottiglia di Champagne? Bisogna scavare a fondo. Tornare indietro. Cercare di scindere il bene dal male. Giocare ai buoni e i cattivi, per imparare a prendere una parte. Accusa o difesa? Innanzitutto bisogna fare chiarezza. Si parla di Stalking. Ma perché? La storia risale a trent’anni fa. Secondo l’accusa tutto sarebbe nato dalla scoperta di un presunto flirt tra un’amica della Franchi, l’attuale accusatrice, e l’ex fidanzato Alan Scarpellini. Notizia che pare avrebbe scatenato nella stilista una serie di gravi atti persecutori portati in tribunale dall’ex amica contro di lei. Molestie, minacce, comportamenti che ledevano contemporaneamente alla sua persona sia pubblica che privata, e che hanno probabilmente portato la Franchi a minacciare e intimidire tutte le persone più vicine a quella che ora potremmo quindi etichettare come la presunta vittima. Ma non è tutto. Secondo l’accusa la Franchi sarebbe arrivata a un livello di pazzia tale da essersi presentata nella banca dove lavorava l’ex compagno solo per denigrarlo e farlo licenziare. Tutte azioni che secondo la difesa però potrebbero benissimo essere spostate da “atti persecutori”, come erano stati dichiarati dall’accusa, ad “atti diffamatori”, comunque gravi, ma sicuramente in una chiave nettamente minore. Si tratta dunque di “valutare la possibilità di riqualificare il reato”. Di passare dallo stalking, alla minaccia. Cosa che è stata sì richiesta, ma per il momento non confermata.

Dunque la Franchi non ha vinto, non ancora, non finché il Gup di Bologna, Andrea Romito, non avrà preso una decisione definitiva sulla richiesta, al momento rinviata al 7 novembre. Con quale scopo? Dare la possibilità al Pm titolare del fascicolo, Luca Venturi, sostituito in aula dalla collega Michela Guidi, di valutare attentamente la richiesta del giudice. Ma allora perché quelle foto? E qual’ è lo scandalo che è nato dalla loro pubblicazione? In realtà nessuno, lo scandalo lo creiamo noi nel cercare di fare i detective, di infilarci nella causa come se ci riguardasse. Per lei nessuno scandalo. Lei ha già vinto e come ogni grande vittoria anche questa deve essere festeggiata, ostentata. Eppure non è la scelta a lasciare interdetto il pubblico, ma la modalità. Una storia che non fa altro che ripetersi, visto la bufera generata dai primi post pubblicati sul presunto flirt agli albori della storia. “Hai mai vissuto l’incubo di scoprire che la tua migliore amica, quella persona di cui ti fidavi ciecamente, non solo ti ha tradita, ma lo ha fatto nel modo più ignobile possibile?” Così L’incubo era iniziato sui social all’epoca, e con un semplice dito e una bottiglia di Champagne viene chiuso oggi, dimostrando ancora una volta il tipo di donna che è. In una sola parola Impermeabile. Verso gli altri, ma soprattutto verso se stessa e le critiche.

“Una parziale vittoria” o un esultanza presuntuosa e prematura? Questo è allora ciò che resta da chiedersi. Interrogativo che purtroppo non trova risposta in quanto sembra solo essere l’apertura di un vaso di pandora di domande su comportamenti che probabilmente non comprenderemo mai. Si può mai parlare di vittoria se in ogni caso la decisione è quella di spostare l’accusa da un reato maggiore a uno minore, ma non di eliminarla definitivamente? Era davvero così necessario portare la questione sotto i riflettori dei Social? Ma soprattutto quanto di quello che è stato raccontato è davvero successo? Interrogativi che non troveranno mai una risposta e per i quali non possiamo fare altro che scegliere da che parte stare. O non stare, se non vogliamo farci ingannare dall’ennesima battaglia legale social che alla fine nel bene o nel male ottiene sempre ciò che vuole: essere virale.