La regista premio Oscar Kathryn Bigelow, dopo anni di silenzio, torna a dirigere un thriller politico distribuito da Netflix a ottobre 2025. Il film, il cui sceneggiatore è Noah Oppenheim, è stato presentato in anteprima all’82ª mostra internazionale d’arte cinematografiche di Venezia il 2 settembre 2025.
La pellicola vanta un cast stellare, nel quale ritroviamo: Rebecca Ferguson che interpreta il capitano Olivia Walker, funzionario della Casa Bianca, Idris Elba che veste i panni del presidente degli Stati Uniti, Anthony Ramos che interpreta il comandante della base militare di Fort Greely e, infine, Gabriel Basso nei panni del vice consigliere per la sicurezza nazionale.



Il film ha inizio con il lancio di un missile balistico intercontinentale diretto verso gli Stati Uniti, il cui punto di partenza rimane sconosciuto. Nessun Paese si assume la responsabilità dell’attacco e i sistemi di difesa americani non riescono a determinarne l’origine. La Presidenza, il Pentagono, l’Esercito e le unità di crisi del Paese hanno 18 minuti di tempo per capirne la provenienza e decidere se e come contrattaccare.
Questi 18 minuti vengono raccontati da 3 punti di vista diversi: quello della Casa Bianca, del comando militare e del presidente degli Stati Uniti.
Il ritmo della pellicola è continuo, il montaggio è incalzante e la colonna sonora amplifica la tensione, creando un senso costante di ansia, angoscia e pathos. I temi principali sono la fragilità dei sistemi di comando e la pressione morale sulle decisioni politiche.
Il finale, invece, ha lasciato alcuni spettatori perplessi: non viene rivelato se il missile viene intercettato o se colpisce il bersaglio; non viene mostrata la devastazione, ma il silenzio e la quiete. Questa scelta lascia che sia la mente dello spettatore a trarre le propri conclusioni. Bigelow e Oppenheim, dunque, scelgono di non attribuire il lancio del missile ad un nemico concreto. In questo modo, il vero antagonista diventa il sistema stesso “abbiamo costruito un’arma che potrebbe distruggere il mondo e neppure sappiamo esattamente come fermarla”.
Il film è stato criticato, pochi giorni fa, dal Pentagono per la sua inesattezza nella rappresentazione dei sistemi militari. La Missile Defence Agency ha dichiarato che i sistemi d’intercettazione statunitensi hanno dimostrato un tasso di precisione del 100% nei test condotti negli ultimi dieci anni. A replicare è stato lo sceneggiatore Oppenheim, affermando di aver consultato numerosi esperti del settore e di aver scoperto che il sistema di difesa missilistico americano è altamente imperfetto. Perciò la rappresentazione mostrata nel film è accurata.
In conclusione, “A House of Dynamite” lascia lo spettatore a ragionare sulla vulnerabilità delle strutture di potere e sulle conseguenze delle decisioni umane, trasformando la suspense in una riflessione sulla responsabilità e il controllo.




