Anche quest’anno la nostalgia non sembra averci abbandonato e, tra delusione e interesse, tutti abbiamo visto almeno uno stralcio della nuova sfilata del brand di lingerie più glamour degli anni 2000: Victoria Secret. La sfilata, svoltasi il 15 ottobre a New York, si compone sempre degli stessi elementi: fisici statuari, modelle bellissime, tanto rosa, pizzo, performance dal vivo e qualche cenno di quell’inclusività, a cui il brand si è aperto negli ultimi anni.

La passerella vede il ritorno puntuale di modelle consolidate come le sorelle Bella e Gigi Hadid, Alessandra Ambrosio, Adriana Lima, Emily Ratajkowski, Irina Shayk, ma anche volti nuovi come Marina Moioli, un nome tutto italiano. Non mancano all’appello nepo babies come Lila Moss e per la quota influencer e celebrities Barbie Ferreira e Gabriela Moura. Quest’anno, lo show ha puntato anche molto su nomi noti nello sport come Sunisa Lee, diventata una vera icona grazie alle Olimpiadi di Tokyo. Ad essere sempre presente e a scatenare periodicamente numerose critiche sui social è l’insieme di modelle non convenzionali per la quota dell’inclusività – come Alex Consani – e della body positivity – come Ashley Graham. Una menzione onorevole per Jasmine Tookes, modella incinta che ha aperto la sfilata. Ed ecco la ricetta per il Victoria Secret Fashion Show 2025, la cui “ciliegina” sulla torta glamour è data dai cantanti e performer presenti sulla passerella insieme alle modelle: Madison Beer, Missy Elliott, Karol G e il gruppo K-Pop TWICE.
La sfilata ha avuto anche quest’anno una grande risonanza mediatica, con tre milioni di spettatori, sopratutto appartenenti alla genZ e millenials. Quest’ultimi sono decisamente i più nostalgici e sicuramente i destinatari dello show, in quanto hanno vissuto quell’ “epoca d’oro” a cui pensano con nostalgia. Questa fetta di pubblico, infatti, è anche quella più critica nei confronti della sfilata e sui social è facile trovare persone deluse, in quanto ci sono modelle che non rispettano il canone di angelo, molto caro al brand. Gli angeli sono donne bellissime, lo standard irraggiungibile a cui non tutti possono puntare. Ormai il pensiero dei più viaggia sullo stesso binario del conservatorismo che la moda sta prendendo negli ultimi anni. Le modelle plus size o appartenenti alle LGBTQ+ community vedono il loro spazio sempre più ridotto, in favore di quell’eccessiva magrezza e ricerca di perfezione che caratterizzava gli anni d’oro di Victoria Secret. Attualmente il brand continua però sulla linea dell’inclusività, che viene però ugualmente criticata anche da chi l’accetta, in quanto ad ogni sfilata sembra che la presenza di corpi e persone non conformi sia più una strategia di marketing che una reale trasformazione culturale, con la conseguenza che la rappresentazione della diversità appare spesso superficiale, forzata o strumentale, piuttosto che autenticamente integrata nel linguaggio estetico e nei valori del brand.

Ma mentre il web infiamma su questa battaglia, quelli che dovrebbero essere i protagonisti, i pezzi di lingerie, passano in secondo piano. Chi si interessa ai capi e cerca di osservarli con più attenzione ritrova manifatture di scarsa qualità a prezzi esorbitanti, sicuramente ingiustificati. Nonostante questo, non è quello che interessa alla massa: l’argomento principale continuerà ad essere, per le prossime settimane, i corpi delle modelle, la loro bellezza e se in base a questa siano meritevoli di essere su quella passerella.