La passerella più iconica della cultura pop torna a illuminarsi di luce rosea: la nuova edizione del Victoria’s Secret Fashion Show si è tenuta quest’anno il 15 ottobre, portando in scena la discussa visione del direttore creativo Adam Selman.
In seguito al rilancio dopo sei anni di fermo, la curiosità e l’attesa per il ritorno dei famosi angeli si erano fatte ancora più accese a causa delle numerose accuse rivolte ultimamente al brand per l’uniformità estetica che aveva sempre mostrato. Critiche o meno, si attendeva comunque con trepidazione di rivedere quello che oggettivamente è uno dei più grandi show di moda dei nostri tempi, uno spettacolo a 360° che coinvolge particolari scenografie, leggendarie modelle e performance musicali live. Quest’anno, ad esempio, il compito di accompagnare in passerella è toccato a Madison Beer, Twice, Karol G e Missy Elliott, alcune delle voci più ascoltate nell’ultimo periodo. Non si può però tralasciare il fatto che, nell’attesa del pubblico per questa nuova edizione, non c’era solo la nostalgia per gli scintillii e le grandi ali piumate, ma sopratutto la curiosità di vedere come il marchio dai corpi eterei sarebbe riuscito a riscrivere la propria estetica leggendaria.
Sembrerebbe, infatti, che l’attenzione verso la nuova collezione di lingerie proposta fosse nettamente minima, se non del tutto assente, rispetto alla cura che tutti quanti hanno riposto nell’analisi dei volti scelti. Bisognerebbe dire che la stessa linea di intimo non abbia contribuito a far parlare di sé: simile ai pezzi presentati negli anni d’oro del brand, i 2000’s, gli angeli sfilavano con pantaloni a vita bassa e felpe decorate da strass, perizomi sottilissimi, stivali cuissardes e baby doll che variavano dal rosa confetto ai metalli liquidi. Una collezzione pensata da Selman come se fosse divisa in capitoli, che tra i diversi glitter traslava da un look notturno alla linea sporty o streetwear. Sicuramente questa scelta non è stata un caso, in un momento in cui il brand americano ha subito dei cali nelle vendite e si era dovuto fermare per elaborare una generale “ristrutturazione”.
Altro ritorno dal passato, forse ancora più significato, è stato quello di alcune top model ormai emblematiche per il marchio Vs: gli angeli Gisele Bündchen, Adriana Lima, Heidi Klum e Alessandra Ambrosio, che con le loro ali e lingerie scultoree hanno dominato la cultura pop e l’immaginario del brand. Tuttavia, quello da cui i direttori creativi non sono potuti scappare è stato il mutare della sensibilità culturale, che ormai tende a un modello di femminilità diverso rispetto a quello uniformemente stereotipato che fino a qualche anno fa veniva unicamente proposto in passerella. Negli ultimi due anni, infatti, abbiamo visto come siano state inserite alcune aggiunte al casting che, seppur mostrando una maggiore inclusività e diversificazione dei corpi, non hanno soddisfatto del tutto le richieste del pubblico che vede queste scelte come troppo misurate. In questa nuova edizione, sono risaltati i nomi di Ashley Graham, Paloma Elsesser e Precious Lee, famose modelle rappresentanti del plus size, oppure Liu Wen, top model cinema di 37 anni. Sicuramente non è passata per nulla inosservata Jasmine Tookes, al nono mese di gravidanza e, probabilmente proprio per questo, scelta per aprire lo show.
La sensazione che Victoria’s Secret usi queste carte per aderire alla body positivity che gli viene tanto richiesta è forte e anche giustificata. Più che un reale cambio di paradigma, sembrerebbe solo una nuova forma di rappresentazione altrettanto costruita. È la bellezza irraggiungibile a rendere distante il brand dalla realtà: ciò che turba nel vedere lo show non è tanto la mancanza di diversità, ma come ogni corpo e ogni volto venga altamente estetizzato, reso perfetto tra paillet e piume; forse, se tra queste si aggiungessero delle rughe o qualche realistica imperfezione, potrebbe venir meno quel divario sempre più largo che si sta venendo a creare tra il marchio e il suo pubblico. Viene però da chiedersi: in ognuno di noi, è avvenuto in realtà ed in profondità quel cambio di modelli estetici oppure, in una maniera anche inconscia, c’è ancora una volontà di aspirare a quegli angeli in passerella? Nell’ambiguità di Victoria’s Secret risiede la sua capacità di riflettere il nostro tempo, caratterizzato infatti da contraddizioni ma, fortunatamente, anche da aspirazioni.



