La sfilata 2025 e il suo successo sono il perfetto specchio di una società che promuove bellezza e standardizzazione.
Gli angeli tornano a passeggiare per New York City in occasione del Victoria’s Fashion Show il 25 ottobre. Lo spettacolo, firmato dal direttore creativo Adam Selman, ha riportato in passerella l’estetica dei primi anni Duemila: strass, top microscopici e pantaloni a vita bassa. Una novità della sfilata di lingerie è il format see now – buy now,ovvero la possibilità di acquistare online alcuni dei pezzi in passerella.
A calcare il catwalk sono tornati gli iconici Angeli, Adriana Lima, Barbara Palvin e Alessandro Ambrosio, affiancate da alcune delle Top Model più quotate del decennio, tra cui Emily Ratajkowsky e Irina Shayk. Il fashion Show è stato anche il ritorno di Bella Hadid e, insieme a lei, il ritorno della concezione del bello anni 2000.
Le dottrine di inclusività e di body positivity, punti cardine del rinnovo del brand, iniziano ad essere solo un ricordo. La selezione delle modelle dà piuttosto l’impressione di un “contentino” alla diversità, più che di un reale impegno verso il cambiamento. Per soddisfare le aspettative del pubblico e rendere il cast inclusivo, in passerella sono apparse anche Alex Consani, modella transgender, Ashley Graham e Paloma Elsesser, modelle curvy e, per spuntare proprio tutte le caselle, hanno sfilato anche diverse atlete.
In definitiva, più che un equilibrio tra inclusività e revival dei tempi d’oro, la sfilata è sembrata un un mix di nostalgia e omertà che non celebra la diversità, ma riflette perfettamente l’essenza di una società capitalista ossessionata dalla standardizzazione della bellezza che tanto finge di voler superare.